
La sostenibilità è rappresentata da tre dimensioni: ambientale, economica, sociale. È fondamentale comprendere che queste tre dimensioni sono interconnesse le une alle altre e non possono essere analizzate separatamente. Questa visione della sostenibilità richiede un cambiamento olistico poiché, ad oggi, la sostenibilità è studiata principalmente nel contesto economico e soprattutto ambientale.
È una tendenza comune quella di identificare il concetto di sostenibilità con una sorta di giustizia ambientale. Ci si interessa più alla sostenibilità ambientale perché è più facile da quantificare, è più facile attribuirle degli indicatori ed è più facile osservare i risultati a breve termine, ma la sostenibilità ha anche un aspetto sociale, di giustizia sociale, che è altrettanto importante.
Non è possibile raggiungere un equilibrio tra i tre pilastri senza un’adeguata comprensione di come le azioni sociali e industriali influiscano sull’ambiente e di come le decisioni odierne possano avere un impatto sulle generazioni future.
Come riportato nel rapporto della Commissione Brundtland “Our Common Future” (1987): “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.
Il Rapporto Brundtland evidenzia quali sono le preoccupazioni sociali alla base dello sviluppo sostenibile, sottolineando che è solo quando i bisogni primari delle persone sono soddisfatti che questi possono iniziare ad affrontare attivamente le preoccupazioni ambientali, biofisiche.
Ad esempio, la povertà può rappresentare una barriera all’adozione di tecnologie verdi o allo smaltimento dei rifiuti, potrebbe risultare un po’ irrealistico aspettarsi che le persone si preoccupino del riscaldamento globale o dell’estinzione delle specie quando hanno freddo, fame o cercano lavoro (C.Perkins H. et al., 2011).
Una delle principali sfide della sostenibilità, quindi, è rendere operativa questa definizione, ed utilizzarla per guidare le decisioni attuali.
Cosa si intende per sostenibilità sociale?
La sostenibilità sociale indica la capacità di un prodotto di essere sostenuto per l’uso da parte della società e per la società, di un ambiente sociale di garantire condizioni di benessere in termini di salute, educazione, diritti, giustizia, sicurezza sociale e accesso ai beni comuni, con una distribuzione equa delle risorse tra territori, classi sociali, generi e generazioni differenti.
Quindi quando si parla di sostenibilità sociale si fa riferimento alla capacità di avere un impatto positivo su sviluppo rurale, riduzione della povertà, crescita inclusiva, aumento delle infrastrutture e dei posti di lavoro. In un contesto produttivo come quello agricolo, ad esempio, è fondamentale ciò che viene definito il “capitale sociale” inteso come reti e relazioni sociali che collegano vari gruppi all’interno di uno stesso paese e tra paesi, tra produttori e consumatori. Il capitale sociale funge da intermediario tra i produttori e i mercati nazionali e internazionali ed è fondamentale per garantire il quotidiano accesso alle risorse di cui abbiamo bisogno.
Questi concetti sono chiaramente espressi negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG3, SDG5, SDG8, SDG10), che intendono il benessere umano come il fulcro della sostenibilità sociale. L’agenda 2030 è un chiaro esempio di programma internazionale che guarda alla sostenibilità con uno sguardo olistico.
Negli anni i governi hanno emanato norme e regolamenti aggiuntivi in materia di salute e sicurezza umana, incoraggiando le aziende a considerare sempre di più i limiti sociali e socioeconomici nelle loro catene di approvvigionamento.
Oggi diversi sono gli strumenti a disposizione per un’azienda che vuole impegnarsi nella sfera della sostenibilità sociale e dichiarare la propria sostenibilità a 360°.
L’introduzione del concetto di “responsabilità sociale d’impresa”, ad esempio, riconosce l’importanza della dimensione sociale della sostenibilità e aiuta a condurre gli affari in modo coerente con la morale e i valori della società. Sebbene le responsabilità economiche siano fondamentali per le imprese, l’unica responsabilità di un’organizzazione aziendale non può essere quella di fornire profitti ai suoi proprietari, la società ha una serie di altre aspettative per le imprese che spesso rappresentano dei pilastri istituzionali all’interno delle comunità.
Insomma, la gestione delle problematiche sociali aiuta le aziende a prendere decisioni che impediscano loro di impegnarsi in pratiche non etiche e ne derivano vantaggi sociali oltre ai guadagni finanziari ricercati dalle aziende.
Un altro strumento è il Bilancio di Sostenibilità, si tratta diunadichiarazione non finanziaria basata su standard internazionali, delineati dal GRI (Global Reporting Initiative), di cui può servirsi qualsiasi organizzazione, grande o piccola, privata o pubblica per misurare e riferire il proprio impatto sull’ambiente, sulla società e sull’economia in modo credibile. La rendicontazione degli impegni e dei risultati raggiunti contribuisce, allo stesso tempo, ad aumentare la propria reputazione e trasparenza e dare il proprio contributo ad uno sviluppo sostenibile della società.
In Italia, il D.Lgs. 2016/254 ha reso questo tipo di bilancio obbligatorio, a partire dal 25 gennaio 2017, per tutte le imprese di grandi dimensioni e gli enti di interesse pubblico con un numero medio di dipendenti superiore a 500 ed un fatturato annuo superiore a 40 milioni di euro o un totale dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro.
In rapida crescita è anche il movimento delle B-Corporation
Con B-Corp si intende una certificazione di adesione volontaria rilasciata da B-Lab, ente no-profit, che opera nel rispetto dei principi di indipendenza e trasparenza. Per ottenere la certificazione, le organizzazioni devono dimostrare di soddisfare elevate performance in cinque aree di impatto: Governance, Lavoratori, Comunità, Ambiente e Clienti, documentando quindi il proprio impegno nei confronti degli stakeholder (dipendenti, fornitori, clienti ed azionisti, comunità e ambiente).
È evidente che ai vantaggi per la singola organizzazione si accompagnano i benefici che questi modelli evoluti di business portano al mercato e alla società, come la spinta ad una competizione positiva tra aziende, consapevoli del fatto che saranno valutate anche per il loro impegno nei confronti della collettività e per gli effetti che a lungo termine questi avranno su comunità e ambiente.
L’approccio centrale della sostenibilità, incarnato nella metafora dello sgabello a tre gambe (economia, ambiente e società), trasmette l’etica olistica della sostenibilità. Una sostenibilità sezionata rischia chiaramente di perdere questa etica fondamentale (Evans et al. 2009)”.
C.Perkins H., E.Dixon J., Vallance S., (2011), “What is social sustainability? A clarification of concepts”, Geoforum, Vol. 42, Issue 3, June 2011, Pag 342-348
Khaled R., (2016), “The challenge of innovative method of culture more sustainable on the social aspect of rural areas: Empirical evidence from Mediterranean countries”, Intellectual Economics, Vol. 10, Issue 2, August 2016, Pag. 133-144
J.Hutchins M., W.Sutherland J., (2008), “An exploration of measures of social sustainability and their application to supply chain decisions”, Journal of Cleaner Production, Vol. 16, October 2008, Pag. 1688-1698
www.bcorporation.net
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