
L’evoluzione digitale ha portato con sé un aumento dell’elettronica di consumo e, allo stesso tempo, importanti progressi sociali, educativi e comunicativi, ma anche una nuova sfida in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. I prodotti elettronici, infatti, generano impatti in tutte le fasi del ciclo di vita. Gli “E-waste” contengono metalli che vengono estratti con processi ad alta intensità energetica e un impatto significativo a monte del processo, e metalli pericolosi come mercurio, piombo e cadmio che hanno un impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente se non gestiti correttamente a fine vita. I rifiuti elettronici, però, contengono anche metalli preziosi che possono essere impiegati come risorse secondarie incentivando un recupero a basso costo.
Cosa sono gli “E-Waste”?
Secondo l’Environmental Protection Agency, i rifiuti elettronici sono: tutti i tipi di apparecchiature elettriche o elettroniche (più comunemente denominati RAEE), intere o parti di qualsiasi apparecchiatura elettrica, che vengono smaltite come rifiuti dagli utenti finali.
È difficile stabilire con precisione la composizione dei rifiuti elettronici a causa della varietà dei materiali che li compongono. Ciò che sappiamo con certezza è che si tratta di rifiuti che contengono diverse sostanze critiche, preziose e pericolose, che richiedono specifici processi e pratiche di riciclo per evitare problemi ambientali e di salute.
In generale un rifiuto elettronico è costituito per circa il 50% di ferro e acciaio, il 10-30% di plastica, sotto forma di policarbonati o polistirene, e per la restante percentuale da metalli, tra cui Cu, Zn, Ni, Pb, As, Hg, Cr, Cd, Au, Ag e Pd (Oguchi et al. 2012; Natarajan e Ting 2014; Kaya et al. 2016).
La normativa europea divide questi rifiuti in RAEE DOMESTICI (da apparecchiature per attività domestiche, commerciali, industriali, istituzionali) e RAEE PROFESSIONALI (da apparecchiature per attività amministrative ed economiche, destinate al solo uso professionale) (Fonte: Centro Coordinamento RAEE).
I Raee DOMESTICI sono divisi in 5 categorie:
R1 – Freddo e clima: frigoriferi, congelatori, condizionatori
R2 – Grandi bianchi: lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe (grandi elettrodomestici)
R3 – Apparecchi con schermi: televisori e schermo piatto, televisori a tubo catodico, tablet, smartphone, cornici digitali, ecc.
R4 – Piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo: piccoli elettrodomestici, apparecchi elettronici o digitali, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, ecc.
R5 – Sorgenti luminose a scarica: lampade a scarica, lampade fluorescenti, tubi al neon, lampadine a led, ecc.
I Raee PROFESSIONALI sono divisi in 6 categorie:
CATEGORIA 1: Apparecchiature per lo scambio di temperatura
CATEGORIA 2: Schermi e monitor
CATEGORIA 3: Lampade
CATEGORIA 4: Apparecchiature di grandi dimensioni
CATEGORIA 5: Apparecchiature di piccole dimensioni
CATEGORIA 6: Piccole apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni
La rapida ascesa dei prodotti elettronici: mercato e previsioni degli E-waste
I rifiuti elettronici sono la categoria di rifiuti solidi pericolosi in più rapida crescita al mondo. La domanda crescente del mercato, i cicli di innovazione rapidi e la riduzione della durata media dei prodotti sono tra le principali cause della produzione di questi rifiuti.
È evidente, quindi, che il consumo di questo tipo di prodotti e la conseguente produzione di rifiuti non si arresteranno a breve ma sono destinati ad aumentare nel prossimo futuro.
Nel 2019 sono stati generate 53,6 milioni di tonnellate (Mt) di rifiuti elettronici a livello globale (Forti et al., 2020) e si stimano 74 Mt entro il 2030. L’Asia è la prima produttrice di RAEE (24,9 Mt), seguita da America (13,1 Mt) ed Europa (12 Mt) (Nithya R. et al., 2020).
Il mercato del riciclo dei rifiuti elettronici prevede un tasso di crescita annuale (CAGR) dell’11,9% dal 2020 al 2027 (Report on Global Opportunity Analysis and Industry Forecast, 2013-2020). Nonostante i dati evidenzino la necessità di una svolta netta in questo settore, la realtà mostra un quadro differente, con una raccolta di rifiuti elettronici ancora limitata e squilibrata tra i diversi paesi europei. Nel 2019 solo il 17,4% (44,3 Mt) dei rifiuti elettronici è stato trattato e smaltito adeguatamente (WEEE Forum, 2020).
Il regolamento europeo: Direttiva RAEE
La Direttiva RAEE (Direttiva 2012/19/UE) è uno strumento legislativo, istituito dall’Unione Europea, al fine di consentire una gestione ecocompatibile di questi rifiuti, con l’obiettivo di ridurre al minimo la generazione di RAEE, promuovendo e migliorando le prestazioni ambientali attraverso il riutilizzo, il riciclo e il recupero dei materiali (Eurostat, 2017).
Dal 2019 ogni Stato membro è tenuto a raccogliere, annualmente, almeno il 65% del peso medio degli apparecchi elettronici messi sul mercato (POM) nei tre anni precedenti (Yla-Mella et al., 2015) o l’85% dei RAEE prodotti annualmente in ciascuno stato membro (Unione Europea, 2012).
I problemi ambientali ed il valore nascosto del riciclo
Le preoccupazioni relative ai rifiuti elettronici si concentrano non solo sul volume dei rifiuti generati, ma anche sulle sostanze tossiche associate ad essi.
Lo smaltimento dei RAEE riguarda diverse sfere di impatto: la salute umana, la fertilità dei suoli, la qualità delle acque e dell’atmosfera.
I metalli pesanti presenti nei rifiuti elettronici, infatti, possono fuoriuscire e diffondere attraverso il suolo e raggiungere i corpi idrici o le acque sotterranee e sono in grado di entrare nel percorso suolo-raccolto-cibo con un conseguente rischio per la salute umana (Nagajyoti et al. 2010; Abdu et al. 2017). Il processo di combustione impiegato, ad esempio, per il recupero del rame, o in generale come metodo di smaltimento, implica il rilascio di diossine nell’atmosfera, con un conseguente deterioramento della qualità dell’aria. Ci sono, inoltre, metodi di riciclo di metalli che prevedono l’utilizzo di prodotti chimici (HCl, HNO₃, cianuro) considerati tossici per l’uomo e per l’ambiente (Matsukami et al. al.2015).
Oltre ai metalli pericolosi, i metalli preziosi contenuti nei RAEE, come platino, argento e oro, rappresentano una buona opportunità economica poiché sono più abbondanti di quelli nei minerali ed il costo di riciclo è minore del costo di lavorazione del minerale naturale. Questo aspetto è di fondamentale importanza poiché il recupero di questi elementi consente il risparmio di risorse scarse e costose, necessarie per la produzione di altri dispositivi.
Insomma, la gestione dei rifiuti elettronici è complessa ed è una grande sfida per la società. Un riciclo ed un recupero efficienti rappresenteranno l’opportunità di garantire la sostenibilità ambientale ed economica di questa filiera a lungo termine.
Fonti:
Li C., Pan X., Wong C., 2022, “Circular economy practices in the waste electrical and electronic equipment (WEEE) industry: A systematic review and future research agendas”, Journal of Cleaner Production, Vol. 365, 10 September 2022.
Nithya R., Sivasankari C., Thirunavukkarasu A., 2020, “Electronic waste generation, regulation and metal recovery: a review”, Environmental Chemistry, Vol. 19, pag 1347–1368.
Isernia R., Passaro R., Quinto I., Thomas A., 2019, “The Reverse Supply Chain of the E-Waste Management Processes in a Circular Economy Framework: Evidence from Italy”, Sustainability.
S.Shittu O., D.Williams I., J.Shaw P., 2021, “Global E-waste management: Can WEEE make a difference? A review of e-waste trends, legislation, contemporary issues and future challenges”, Waste Management, Vol. 120, 1 February 2021, Pag. 549-563.
www.cdcraee.it
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