
Il mercurio è l’unico metallo che si presenta allo stato liquido a temperatura ambiente ed è stato usato dall’uomo per migliaia di anni. Oggi sappiamo che è tossico e che il suo impiego deve essere limitato.
Il mercurio è un elemento presente all’interno della crosta terrestre. Il suo simbolo Hg deriva dal greco hydrárgyros che significa “acqua d’argento”, in quanto comunemente si trova sottoforma di gocce argentee molto arrotondate.
I punti di fusione (-39°C) ed ebollizione (356 °C) molto bassi, nell’antichità, hanno reso semplice l’estrazione di mercurio puro dalle rocce: basta frantumare e riscaldare il Cinabro (minerale in cui esso è contenuto) e il mercurio, esposto all’aria, evapora facilmente.
I popoli della Cina, dell’Egitto, i romani e i greci stessi trovarono e sfruttarono in modi innumerevoli questo “argento liquido”, addirittura anche come medicinale contro qualunque tipo di disturbo, dalle malattie della pelle alle infiammazioni delle gengive. In passato è stato impiegato:
- come innesco nei proiettili;
- nell’industria del cappello da feltro per bagnare le pelli e rendere i peli più adatti alla feltratura;
- nelle centrali termo-elettriche a vapori di mercurio;
- negli strumenti di misura come termometri, barometri o densimetri;
- nei colori e nelle vernici, soprattutto nelle vernici antimuffa e per imbarcazioni in quanto il mercurio inibisce la formazione di muffe e alghe;
- nell’industria elettro-chimica per la preparazione della soda caustica, per la produzione di cellulosa, di saponi e altro;
- nei preparati odontoiatrici come amalgama;
- nelle pile poiché l’ossido di mercurio permette di costruire pile di piccole dimensioni e notevole capacità;
- nelle lampade a vapori di mercurio che generano raggi UV con azione battericida;
- nell’industria farmaceutica;
- in agricoltura come diserbanti e antiparassitari.
Gli effetti del mercurio sulla biosfera
Nonostante possiamo ancora trovare il mercurio nel campo elettronico, medico e nei laboratori, ad oggi fortunatamente, la maggioranza degli usi descritti è stata ridotta di molto o addirittura proibita.
Questo è un bene perché il mercurio nella sua forma metallica e/o inorganica, una volta rilasciato in ambiente, può essere trasformato in metilmercurio che tende ad accumularsi nei tessuti molli degli esseri viventi nel processo noto come biomagnificazione.
Essendo quasi impossibile da smaltire, il metilmercurio viene accumulato lungo tutta la catena trofica, soprattutto in ambiente acquatico, fino ad arrivare ai grandi predatori (di cui fa parte anche l’uomo). Alti livelli di esposizione al mercurio portano a innumerevoli effetti dannosi quali la diminuzione della crescita e della riproduzione, comportamenti anomali e, nei casi di alte concentrazioni accumulate, la morte. Inoltre, tende a legarsi con i gruppi solforici -SH delle proteine compromettendo le funzionalità base delle cellule, degli enzimi e di alcuni amminoacidi essenziali.
Il mercurio può anche essere rilasciato in ambiente sia naturalmente che attraverso attività antropiche. Visto che è diffuso nell’aria, in acqua e nel suolo, a seguito di eruzioni vulcaniche o incendi boschivi, questo metallo viene diffuso nell’ambiente.
Per quanto riguarda le emissioni antropiche dobbiamo puntare il dito su alcuni processi industriali, sulle attività minerarie e su tutte quelle attività che prevedono la combustione di carbone e idrocarburi, ad esempio nella produzione di energia, nel riscaldamento e nello smaltimento di rifiuti contenenti mercurio.
Proprio per limitare l’impiego del mercurio, ad agosto 2017, è entrata in vigore la Convenzione Minamata, il primo accordo globale nato per affrontare il problema del mercurio. L’obiettivo del trattato è la protezione della salute e dell’ambiente dalle emissioni antropiche di questo elemento e dei suoi composti figli.
Il testo prevede disposizioni relative all’intero ciclo di vita del mercurio, compresi i controlli e le riduzioni in una gamma di prodotti, processi produttivi e industrie nei quali il mercurio viene utilizzato, rilasciato o emesso. Alcuni punti chiave che troviamo nella Convenzione sono stati recepiti dalla legge n. 134 del 08/10/2020.
Ecco i punti principali della normativa:
- un bando sull’apertura di nuove miniere di mercurio e una chiusura graduale delle miniere esistenti;
- restrizioni sul commercio internazionale del mercurio;
- misure di controllo su emissioni e rilasci;
- misure rivolte a proibire la produzione, l’importazione e l’esportazione di vari prodotti contenenti mercurio;
- misure per l’eliminazione progressiva dell’uso di mercurio in processi produttivi chiave;
- misure per l’eliminazione progressiva dell’uso di amalgama dentale;
- misure per la riduzione delle emissioni di mercurio nei processi artigianali e su piccola scala per l’estrazione e la produzione dell’oro;
- misure rivolte ad assicurare lo stoccaggio temporaneo ecologicamente corretto del mercurio e composti di mercurio e la gestione dello smaltimento dei rifiuti di mercurio in modo ecologicamente corretto.
A causa dell’utilizzo che l’uomo ha fatto del mercurio, ne sono state rilasciate nell’ambiente centinaia di migliaia di tonnellate. Attualmente, le concentrazioni di mercurio negli oceani superano i livelli naturali di circa il 200% e si stima che, nell’atmosfera, tali concentrazioni possano arrivare a superare del 500% i valori standard. Oggi, grazie alla Convenzione Minamata, l’utilizzo del mercurio è nettamente diminuito, anche se i suoi livelli in ambiente resteranno elevati ancora per molti anni. (Ian Marnane, Agenzia europea dell’ambiente AEA, 2018).
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