Scarti del caffè, funghi, economia circolare

I rifiuti organici (la frazione biodegradabile dei rifiuti solidi urbani) comprendono i rifiuti alimentari provenienti da abitazioni, ristoranti, negozi e da impianti di trasformazione alimentare. Una parte di questi rifiuti finisce nelle discariche ed è di particolare interesse ambientale perché la loro decomposizione genera percolato pericoloso ed emissioni di gas serra.

La buona notizia è che negli ultimi anni sta crescendo sempre di più l’interesse, sia istituzionale che aziendale, per la valorizzazione di questo tipo di scarti, capaci di offrire una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti e la produttività aziendale, con la possibilità di generare ulteriori prodotti commercializzabili. Possono essere convertiti in risorsa preziosa utilizzando adeguate operazioni di riciclo e recupero a bassi costi ambientali ed economici. Ad esempio, sfruttando il potenziale dei funghi.

In questo articolo ci si concentrerà sul riutilizzo dei fondi di caffè per la produzione di funghi ma bisogna considerare che, per lo stesso scopo, possono essere impiegati efficacemente rifiuti agroindustriali di vario tipo (segatura di legno, scarti di frantoio, paglia, residui di canna da zucchero ed altri ancora).

Perché il caffè?


Il caffè è una delle bevande più popolari al mondo, con un consumo totale di 10 milioni di tonnellate di chicchi di caffè nel 2020 (Chen H. et al., 2022) è una delle colture agricole più importanti a livello globale.

La produzione di caffè genera una grande quantità di residuo solido (fondi di caffè) che risulta in gran parte inutilizzato. Lo scarico diretto di residui di caffè in discarica è problematico, poiché genera problemi ambientali a causa della natura tossica di molti dei suoi componenti come caffeina, tannini e polifenoli.

In realtà questi scarti contengono anche elementi fondamentali da recuperare e riutilizzare come cellulosa, emicellulosa e lignina, nonché composti come acidi grassi e aminoacidi. Attualmente le poche realtà che si occupano del riutilizzo di questi scarti organici sono rivolte soprattutto all’alimentazione animale, all’estrazione di antiossidanti, ai biocarburanti.

I fondi di caffè possono anche essere impiegati come sistemi di filtraggio dell’acqua da metalli pesanti e nel biorisanamento di ambienti contaminati, infatti la cellulosa nei fondi può essere ulteriormente carbonizzata per produrre una struttura porosa con alta capacità di adsorbimento. Ma c’è un’ulteriore applicazione che sta suscitando grande interesse: l’utilizzo di scarti del caffè per la produzione di funghi.

Perché i funghi?


I funghi sono in grado di processare naturalmente la materia organica e i nutrienti decomponendo i rifiuti organici e producendo, infine, corpi fruttiferi commestibili con valore commerciale. Si tratta di un processo di bioconversione che avviene in tempi e con costi molto ridotti.

Ad esempio, il Pleurotus ostreatus è il secondo fungo commestibile più coltivato al mondo (Bellettini et al., 2019). Questo fungo possiede un complesso di enzimi che gli permette di decomporre molte varietà di rifiuti agroindustriali lignocellulosici, con la produzione di corpi fruttiferi comunemente noti come “funghi ostrica” (Girmay et al., 2016).

In generale i funghi prodotti dal riciclo di rifiuti agroindustriali presentano corpi fruttiferi ad alto valore proteico (alcune varietà di funghi contengono circa il 25% di proteine presenti nelle carni e molti amminoacidi essenziali che gli attribuiscono un elevato valore nutritivo) (Pauli G., 2018), fibre, vitamine (tra cui tiamina, riboflavina, acido ascorbico, ergosterolo e niacina), macro e micronutrienti (come fosforo, potassio, manganese, calcio e ferro), sono anche una fonte di carboidrati e poveri di grassi (Carrasco-González et al., 2017).

I benefici ambientali ed economici


Coltivare funghi, che diventino poi un alimento funzionale, nasce dall’esigenza di ridurre i rifiuti, quindi i costi di smaltimento ad essi associati, generare ulteriore profitto con gli stessi scarti e ridurre allo stesso tempo la carenza di cibo e garantire una certa sicurezza alimentare. Non a caso questo approccio circolare è stato pensato per ovviare alle necessità dei piccoli produttori nei paesi del sud del mondo, ma oggi potrebbe rivelarsi fondamentale per l’intero sistema agroindustriale.

Dal punto di vista economico il vantaggio sarebbe notevole se si pensa al fatto che il produttore potrebbe diventare oltre che produttore di caffè anche produttore di funghi, di mangime per animali e molecole utili in altri settori industriali (Pauli G., 2018).

Il riciclo dei fondi di caffè grazie a coltivazioni di funghi consentirebbe un sistema a circuito chiuso con una distanza minima tra gli attori che collaborano (raccolta dei rifiuti, produzione di funghi e punti di consumo), collocando la produzione vicino ai consumatori (Carmo C.O. et al., 2021).

In questo modo viene sviluppato un sistema di produzione alimentare (o di altri prodotti) sostenibile ed efficiente con scarti minimi o nulli, che soddisfi i requisiti della bioeconomia (economia che usa risorse biologiche, anche rifiuti, come input per la produzione alimentare, mangimistica, industriale).

In termini ambientali c’è un grande vantaggio da dover considerare, oltre alla sottrazione dei rifiuti dalle discariche, i funghi sono anche un ottimo modo per rigenerare i suoli impoveriti. Infatti, dopo essere stati raccolti lasciano un substrato che resta nel tempo ed è ricchissimo di carbonio e azoto (Pauli G., 2018), di fatto gli scarti vengono trasformati in un ammendante del suolo.

Se tutti gli scarti di caffè del mondo, dagli scarti rimanenti dalla coltivazione ai fondi di caffè , fossero utilizzati per i funghi, avremmo 16 milioni di tonnellate di cibo e mangime per animali in più. Non ci servirebbero altri terreni e utilizzeremmo solo ciò che abbiamo già (Pauli G., 2018). I numeri aumenterebbero con l’impiego di altri scarti industriali. Il vero vantaggio di questo sistema è che gli scarti possono essere impiegati contemporaneamente per la generazione di diversi prodotti ottenendo il massimo beneficio ambientale ed economico. Spesso la soluzione è a portata di mano.


Pauli G. (2018), “Economia in 3D. L’intelligenza della natura”, Ed. Ambiente
Carmo C., Rodrigues M., Silva R., Soares A., (2021),“Bioconversion of sisal agro-industrial waste into high protein oyster mushrooms”, Bioresource Technology Reports, Vol. 14, June 2021
Chen X., Chien H., Mangindaan D., (2022), “Green sustainable photothermal materials by spent coffee grounds”, Journal of the Taiwan Institute of Chemical Engineers, 10 February 2022


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Maria Francesca Di Blasio
Written by Maria Francesca Di Blasio